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Cannabis legale in cucina

Come sarebbe cucinare con la marijuana light

Sì, la cannabis accompagna la storia dell’uomo da millenni, come più volte abbiamo detto in tanti articoli. Per i tessuti, per la carta e per scopi medicinali, ma chi l’avrebbe mai pensato che si potesse usare la cannabis legale anche per cucinare? In alcune culture questo avviene già, la cannabis è un ingrediente consueto della loro alimentazione.

Partendo da un concetto molto semplice che: della pianta di marijuana non si butta via nulla, analizziamo ad esempio il seme della cannabis legale e cerchiamo di scoprire quali possibilità si potrebbero creare se fosse usato in cucina.

Piccolo, delicato e molto prezioso, i semi della cannabis sono ricchi, tanto per fare un esempio, di vitamina D e acidi grassi essenziali. La vitamina D è quella fondamentale per l’assorbimento del calcio nelle ossa, mentre i grassi essenziali, come l’Omega 3, hanno una benefico effetto nella prevenzione di alcune malattie cardiache. Sono ricchi anche di carboidrati, vitamine A, E, B e sali minerali come ferro e fosforo. L’olio di marijuana light
presente in una percentuale che può arrivare al 30% nei semi di canapa legale, è composto per quasi il 75% di acidi grassi polinsaturi (acido linoleico). Questo, se fosse assunto in una giusta dose è considerato un aiuto per il ricambio cellulare. Un altro componente, presente è l’acido linolenico, che aiuta invece il ricambio dei lipidi. Sia l’olio sia i semi di cannabis decorticati danno il meglio di sé se non vengono usati previa cottura.

Chiaro che parliamo ancora di una questione futura, di come sarebbe poter cucinare sfruttando i benefici della marijuana light. Immaginate una cucina naturale che porterebbe moltissimi benefici al nostro organismo Sarebbe bello che, quando si parla di cannabis o marijuana legale, venisse anche detto, fuori da ogni ideologismo, che i semi di queste piante sono ingredienti fondamentali della cucina naturale. I semi, oltre a quanto sinteticamente detto prima, sono quelli con il valore nutrizionale più elevato tra i semi oleosi. Oltre a tutto ciò hanno anche un effetto positivo sulla stessa terra in cui crescono perché non necessitano di pesticidi. È il loro guscio che ne mantiene conservati olio e vitamine. Un solo seme di cannabis ha dentro di sé tutti gli aminoacidi di cui necessitiamo e sappiamo quanto essi siano fondamentali per la sintesi delle proteine e per il corretto funzionamento del sistema immunitario.

In cucina questi semi potrebbero davvero fare la differenza, soprattutto in funzione dei ritmi di vita attuali, frenetici e che molto spesso non ci permettono di seguire delle diete equilibrate e ricche di tutti quegli alimenti salutari per la nostra salute. Nel caso dei semi di marijuana light e dell’olio di cannabis, riusciremmo davvero, con un solo alimento a dare una grossa mano al nostro corpo e probabilmente a vivere in maniera più sana.

Marijuana quando e perchè è diventata illegale

L’Italia coltivava canapa, poi è stata proibita fino all’arrivo della marijuana light

Strano a dirsi, eppure, anche l’Italia un tempo è stata per moltissimi anni una grande produttrice di cannabis; la cosa non deve sorprendere visto che si sta parlando di canapa in fondo. Uno dei motivi dello sviluppo di tale vasta produzione era anche legato al fatto che si poteva coltivare (non marijuana light) su terreni dove sarrebe stato impossibile coltivare altro. Ebbene si, l’Italia tra i primi produttori al mondo (in quel periodo) diventando anche fornitore della marina inglese. Tra le zone della nostra penisola in cui si produceva la maggior quantità di canapa legale (di quei tempi) vi erano certamente le provincie di Bologna e Ferrara. Il 1937 fu l’anno della svolta (diciamo) fu infatti in quell’anno che nacque la Marijuana Tax Act che, praticamente, bandì la coltivazione di tale pianta negli Stati Uniti (così come descritto nell’articolo riguardante la storia della marijuana light). Dopo quella restrizione anzi proibizione, furono in molti i paesi che decisero di seguire l’esempio degli Stati Uniti. I motivi su cui si basò tale decisione furono definiti scientifici e sottolineavano ed enfatizzavano la capacità di tale pianta (la marijuana appunto) di far impazzire le persone. In realtà, esistono teorie per cui la campagna di demonizzazione della marijuana avesse delle motivazioni economiche più che di salute. Furono infatti gli anni in cui il colosso DuPont aveva brevettato il nylon (nylon vs canapa) e furono gli anni in cui il magnate della carta stampata Hearst aveva bisogno di carta da albero: cosa su cui aveva fatto più che ingenti investimenti. Qualche “maligno” quindi ha fatto due più due e ha letto, nella massiccia e persistente campagna anti-marijuana dei suoi giornali un modo per aiutare la sua impresa e quella nascente legata alla diffusione appunto del nylon.

Un altro aspetto che contribuì a rendere illegale la coltivazione della marijuana è una teoria che riguarda il sopravvento dell’industria (avvenuto proprio in quegli anni) a discapito appunto dell’agricoltura, in particolar modo sulla produzione di cannabis. Sostanzialmente molti storici trovano la storia della marijuana in qualche modo legata a quella dei nascenti gruppi industriali americani: come dicevamo la DuPont per le fibre artificiali, Hearst per la carta ma anche le compagnie petrolifere che preferivano appunto l’oro nero per la produzione di energia e non certo l’olio che dalla canapa si ricavava. La produzione di canapa, cannabis, marijuana andava fermata in qualche modo. Come? Con una legge che sancisse la pericolosità e che la mettesse al bando.

Una teoria bislacca? O ci si può vedere qualcosa di reale?

La storia non è forse ricca di decisioni politiche fatte passare per salvaguardia della salute, ma che si sono rivelate (col tempo) solo dei retroscena economici?

Marijuana light storia infinita

Raccontiamo l’inizio dell’attuale marijuana legale

Partiamo dal nome cannabis, in latino, tradotto come marijuana in spagnolo, che diventa certamente il più diffuso nel mondo, attualmente in Italia si parla molto di marijuana light cioè di quella variante che identifica una varietà di marijuana legale che rispetta i termini di legge.

Si perde nelle notte dei tempi il significato del nome della cannabis ed è strettamente legata a varie forme di proibizionismo su cui tanto si è dibattuto e tanto, ancora, si dibatte. Quando si parla di proibizionismo la mente va subito agli alcolici, in un certo senso, non è sbagliato. Tale termine è divenuto famoso ed è intrecciato alla storia degli Stati Uniti nel periodo tra gli anni ’20 e i primi anni ’30. Sull’onda di un certo puritanesimo il Governo USA, esattamente nel 1919, emanò il famoso XVIII emendamento che rese ufficiale la proibizione, appunto, di produrre, vendere e trasportare alcolici. Vi chiederete cosa c’entra a questo punto l’alcool con la canapa? Ora ci arriviamo, perchè il passaggio da quel concetto di proibizionismo a quello riguardante la cannabis o marijuana è, forse, reso più chiaro dal fatto che entrambi nascono da un’impostazione politica e ideologica per cui certe sostanze sono dichiarate nocive. Questo ha riguardato anche la marijuana a partire da un certo punto della sua storia. In pratica gli stati si ritengono (giustamente o meno non sta a noi dirlo) responsabili della protezione dei cittadini e della società dall’uso conseguente di determinate sostanze. A livello teorico il proibizionismo limita, per motivi di ordine pubblico e salute, una buona parte di libertà individuale.

Una lunga storia quella della marijuana light, iniziata davvero moltissimi anni fa e che ha portato l’evoluzione di questa pianta fino alla marijuana legale che conosciamo oggi. Dicevamo comunque che la storia della cannabis è lunghissima e vedremo perché. Intanto si può dire che si tratta di una pianta che ha, tra le sue caratteristiche, quella di essere nello stesso tempo una droga e una fibra. Proprio questa sua duplice natura ne può, in parte, spiegare il motivo per cui risalga ad oltre 10.000 anni fa la sua coltivazione. In alcune popolazioni dell’Asia veniva utilizzata anche per scopi medici e rituali. Pare che anche gli Ariani ne facessero uso e siano stati i responsabili della loro diffusione tra gli Assiri e tra alcuni popoli dell’India. Vi sarebbero tracce letterarie di questo, pare, anche nei testi Veda. Secondo un articolo di un sito specializzato in argomenti dedicati all’Asia ed all’Oriente c’è anche un antichissimo trattato di farmacologia cinese che fa riferimento alla cannabis per uso medico; e siamo nel lontano 2737 a.C. Ma anche nomi come Plinio o lo stesso Marco Polo riportano testimonianze dell’uso della cannabis fin da tempi molto antichi. La cannabis dovrebbe essere stata introdotta in Europa attorno al 500 a.C. dando vita, nel tempo, ad una coltivazione decisamente estesa e massiccia, anche per la produzione di capi di vestiario; seppure non fosse certo disdegnato il suo utilizzo anche come sostanza dalle proprietà psicoattive. Come abbiamo potuto riscontrare nel nostro veloce excursus storico, quella della marijuana light è davvero una storia incompiuta e senza tempo, di quelle che iniziano con “c’era una volta…” e che speriamo possa terminare con la miglior fiabesca frase: “…e vissero tutti felici e contenti”.

Marijuana light quante tipologie ci sono?

Uno sguardo sulle diverse tipologie di piante di marijuana legale

Parlando di marijuana light viene normale chiedersi quante tipologie di canapa light esistano e quali sono le loro differenze. Fondamentalmente possiamo dire che esistono tre diversi tipi di piante di marijuana; almeno queste sono le tre tipologie principali con cui essa si trova in natura. Appartiene alla famiglia delle cannabinacee, ordine delle urticales a cui appartiene la comune ortica. Chi si accinge ad iniziare una coltivazione marijuana light deve conosce bene le differenze tra le 3 diverse tipologie per riuscire addirittura ad incrociarle ed ottenere degli ibridi con caratteristiche nuove.

A questo punto vediamo insieme quali sono queste 3 diverse tipologie di marijuana light :

Incominciamo col parlare della: Cannabis Indica.Si tratta di una delle varietà di cannabis, forse la più conosciuta, originaria dell’India, come il nome evidenzia. La pianta femmina potrebbe ricordare un abete nel periodo che, in natura, viene chiamato fioritura. Le piante di cannabis indica sono alte circa un metro, un metro e mezzo e hanno un “tronco” relativamente legnoso; motivo per cui non è praticamente mai stata usata come fibra a scopo tessile. In India, fin dall’antichità e ancora oggi, è la tipologia di cannabis che viene usata per alcuni composti di carattere medico, come rilassante e anche per uso cerimoniale-meditativo e per inalarne il fumo (in questo caso si utilizzano i fiori secchi della pianta femmina) non ultimo, nelle lontane terre indiane, c’è un buon utilizzo dei fiori di canapa anche in cucina. In generale, questa pianta può dare effetti psicoattivi molto forti e il motivo è da ricercare nel suo contenuto di THC, che tuttavia nel caso di marijuana light deve avere un valore massimo consentito per legge.

Passiamo ora a descrivere invece una seconda tipologia di marijuana light, stiamo parlando della Cannabis Sativa. Questo tipo di marijuana si presenta in natura con piante molto alte; in alcuni casi, con determinati incroci, esse possono arrivare anche a quasi sei metri. Questa tipologia di cannabis è quella utilizzata come fibra tessile. Ma è anche la tipologia che veniva usata per produrre la carta. Poi i giganti dell’industria hanno preferito dare vita alla produzione e allo sfruttamento degli alberi a tal scopo, creando anche un maggiore impatto ambientale (purtroppo). È un tipo di cannabis che, a differenza della Indica, ha un minore e limitato uso medico per il basso contenuto di principio attivo THC a livello di percentuale infatti, questa cannabis produce dall’1% al 5% massimo di THC. In natura essa è presente in America Centrale e in Sud America.

In ultima analisi, vediamo di sapere qualcosa in più circa la Cannabis Ruderalis. È una tipologia di marijuana il cui maggiore interesse risiede nel fatto di essere usata per la coltivazione di ibridi e incroci. È una pianta tenace e robusta, dalla crescita lenta ma resistente: pensate che se ne trovano piante anche in zone freddissime come la Siberia. Anche essa ha un basso contenuto di THC e questo, insieme al fatto che possieda un tronco legnoso, ne ha determinato più che l’uso diretto, l’uso per incroci genetici come dicevamo. Praticamente viene usata per coltivare nuove varietà di marijuana light. Questo è certamente l’aspetto più importante della coltivazione di questa pianta di marijuana legale.

Dopo aver descritto un po’ le caratteristiche principalli delle tre tipologie più diffuse di canapa legale, vogliamo aggiungere una importante peculiarità, comune a tutte le diverse tipologie di marijuana legale.
La pianta di marijuana light può essere di genere maschile o femminile. Ed è la pianta di canapa femmina che regala i fiori ricchi di resina; ed è proprio questa che contiene i principi attivi tra cui il famoso e già citato THC. Quando la pianta femmina produce fiori con una grande quantità di resina, succede che essa intrappoli il polline prodotto dalla pianta di marijuana maschio. Cosa succede allora? Che, a quel punto la pianta femmina comincia a ridurre la produzione di resina per iniziare quella dei semi. Per poter continuare il ciclo di vita. Infatti i semi maturi rappresentano la fine di questo ciclo perché con la loro maturazione la pianta femmina muore ma i semi di marijuana light, cadendo a terra, danno vita ad altre piante.

La pianta di canapa maschio non produce resina ma polline. Quando arriva alla fase di maturazione le piccole sacche in cui è contenuto il polline si aprono. A quel punto il vento e la natura fanno il loro corso facendo sì che questo polline incontri una pianta femmina. Icoltivatori conoscono l’importanza di questo momento e del rispetto dei tempi, l’incontro tra pianta maschio e pianta femmina infatti deve avvenire nel momento giusto per riuscire ad ottenere un prodotto di qualità.

Germinazione semi marijuana light

Bellastoria e la germinazione dei semi per la nostra coltivazione marijuana legale

Oggi abbiamo deciso di parlare un po’ dell’inizio dell’avventura di bellastoria, chiaramente dal punto di vista agricolo, il nostro progetto non poteva che iniziare con la germinazione della marijuana light.

Per germinare i semi di canpa legale, ci sono diversi metodi. Quando è coltivata all’esterno, può anche avvenire naturalmente ad esempio, grazie all’umidità prodotta dalla pioggia. E’ importantissimo questo processo produttivo, non solo perchè è il primo passo per la coltivazione marijuana legale ma soprattutto il più critico per la crescita della canapa light. Piccoli germogli o piante sono vulnerabili alla troppa luce, troppa acqua, o alle temperature sbagliate.

Solo quando la fase di germinazione della piantav di marijuana legale è terminata ed otteniamo risultati di 10 o i 20 cm in altezza, possiamo asserire che la prima fase critica è passata.

Sia che si voglia coltivare marijuana light all’esterno o all’interno, è opportuno effettuare la germinazione in condizioni controllate.

Nel mondo della canapa light e della sua coltivazione ci sono davvero molte idee ed informazioni di ogni tipo, come ad esempio che, se i semi sono troppo secchi o vecchi, la cosa migliore da fare è immergerli in un bicchiere d’acqua. In base all’età del seme ci vorranno dalle 12 alle 24 ore prima che la buccia del seme di canapa si apra e che nasca il piccolo germoglio di marijuana light. Poiché il germoglio può marcire, bisogna controllare il bicchiere d’acqua costantemente, non solo, per rendersi conto di quando la futura pianta di marijuana light incomincerà a germoglilare. A questo punto bisogna levarla dall’acqua.

C’è anche chi parla di un modo molto usato per la germinazione dei semi di marijuana legale con la tecnica del cotone bagnato in un piatto. Dicono di prendere semplicemente un piatto e metteteci sopra un pezzo di cotone impregnato d’acqua. Coprirlo con un altro pezzo di cotone impregnato anch’esso d’acqua e poi coprire il tutto con un altro piatto. Si sarà creata così una camera di germinazione. Se usate dei semi di canapa light freschi d’alta qualità, la velocità di germinazione è simile a quella del metodo col bicchiere d’acqua. Questa tecnica ha però un vantaggio rispetto al metodo precedente: quando il seme si apre non dovete essere così veloci nel rimuovere il germoglio, dato che il germoglio non marcirà cosi rapidamente. Per di più è molto più facile trasferire il germoglio dal piatto in un vasetto, che pescarlo dal bicchiere.

Noi di Bellastoria però trattiamo il nostro seme di marijuana light in maniera diversa, usiamo del rock wall. La lana di roccia si presta benissimo per germinare i semi di canapa legale perchè è un materiale sterile che trattiene la giusta quantità di acqua e lascia le radici adeguatamente ossigenate. Bagnato il nostro rock wall, lo lasciamo per almeno 24 ore in acqua e poi lo strizziamo ben bene. A questo punto, proseguiamo col realizzare dei buchetti profondi 6/8 mm ed iseriamo i nostri semi di canapa light. Con la giuta umidità (80-90%) una temperatura costante, il riparo da agenti esterni avremmo ottenuto un microclima ideale e presto anche presto le nostre piantine di marijuanja light saranno pronte per essere trapiantate.

Marijuana light direttamente a casa tua

Pochi click per ricevere marijuana legale a domicilio

Bellastoria è il marchio che ti pemette di ricevere direttamente a casa tua la miglior marijuana light del web, bastano pochi click e la nostra canapa legale ti verrà consegnata velocemente ed a domicilio. Il nostro sito ti permetterà di scegliere tra le diverse tipologie di canapa legale che Bellastoria produce nelle soleggiate terre del sud d’Italia. La coltivazione della nostra marijuana light infatti avviene secondo gli antichi saperi contadini, nelle profonde terre di Puglia, tra ulivi secolari e mandorleti.

Ogni pianta è trattata nel pieno rispetto dell’ambiente e dei naturali tempi di coltura. Nessun prodotto chimico ma solo fertilizzanti naturali e tanto, tanto, lavoro ci hanno portato a contraddistinguerci sul mercato per l’eccellenza delle nostre infiorescenze.

Bellastoria, produce e vende la marijuana light di puglia, particolarmente apprezzata per il suo profumo di agrumi e la resinosa consistenza delle BUD.

Non solo però una ricerca qualitativa ma anche delle vere e proprie bustine di canapa per uso collezionistico dalle grafiche accattivanti, divertenti che stanno conquistato gli appassionati del settore. La christmas Bud prima ed ora le nuova Budman che sarà affiancata prestissimo da altre nuovissime idee made in Bellastoria …chiaramente.

Oltre alla marijuana light vogliamo anche divulgare e far conoscere i pregi ed i benefici che la canapa legale con i suoi derivati possono apportare all’uomo e non solo. La salute degli animali e dell’ambiente è per noi importante, ecco perchè tutti i nostri prodotti sono 100% naturali.

Riteniamo che la conoscenza dei benefici dati dal CBD (cannabidiolo) sia fondamentale nella nostra attività in quanto è efficace per numerose patologie come: ansia, stress, insonnia, dolori muscolari, regola la pressione, migliora la circolazione e molto altro.

Ormai siete diventati tutti esperti, sapete come ordinare scarpe ed abbigliamento direttamente da casa vostra, se vi dicessimo che da oggi potete fare lo stesso per ricevere anche la marijuana light a domicilio?

Basta scegliere bellastoriaonline.com

Coltivazione marijuana siete sicuri di voler coltivare maria legale

Coltivazione marijuana ora si puo

Ma siete certi sia così semplice coltivare maria legale ?

La canpa legale è, la parola stessa lo dice: un prodotto non più illegale. Va chiaramente lavorato seguendo i termini di legge. Eppure riuscire a realizzare una coltivazione marijuana non è stato proprio semplicissimo come in molti fanno apparire (soprattutto sul web).

Oltre a gli adempimenti fiscali e legislativi infatti, c’è la produzione del prodotto che va attuata in una determinata maniera, se si vuole ottenere una canapa light idonea ad essere venduta, secondo le vigenti leggi che ne regolarizzano il commercio.

Lavorare il terreno e coltivare maria legale necessita di sacrificio e costanza, una conoscenza del territorio e della terra che si vuole adibire per intraprendere la coltivazione marijuana e soprattutto tanta sperimentazione precisa, scrupolosa, scientificamente di tutti i processi di produzione e lavorazione del prodotto.

Intendiamoci, nessuno verrà a svelarvi i suoi segreti per condurre al meglio una coltivazione marijuana, bisogna quindi apprenderli sul campo, sbagliare, provare e non demoralizzarsi.

Documentarsi molto e seguire seminari e corsi. Se l’idea è quella di coltivare maria legale in maniera professionale e qualitativa, è indispensabile affiancarsi ad agronomi o professionisti che hanno esperienza nel settore, quanto meno in quello agricolo.

Qualche informazione “di base” comunque vogliamo darla in questo articolo, non lo abbiamo certamente scritto per scoraggiare i lettori, ma per informarli.

La nostra esperienza ci porta a dire che la pianta di canapa ad esempio ha bisogno di molta acqua e fertilizzanti se si vogliono massimizzare i risultati. Noi di Bellastoria ad esempio usiamo solo organico e biologico perchè assolutamente contrari al chimico. Per dare anche qualche idea numerica sulla coltivazione marijuana, un ettaro può produrre da 70 a 230 Kg in media di fiori e da 500 a 700 Kg di semi.

Un passo delicato, ma assolutamente inevitabile è quello di far analizzare i prodotti finali prima di metterli in commercio, sia per verificare il contenuto di THC che per monitorare eventuali presenze di metalli pesanti, muffe e cannabinoidi.

Contrariamente a quello che si può pensare, coltivare maria legale non fa diventare ricchi, anche perchè gli intoppi ed i “rischi” sono sempre dietro l’angolo e possono vanificare tutto il lavoro svolto (esattamente come ogni altra coltivazione, anzi, forse anche di più). Per quanto ci riguarda, possiamo asserire che il segreto principale, quanto meno, quello di Bellastoria: è la passione per questa pianta, l’amore per la natura, per l’ambiente che inevitabilmente si trasmettono ad ogni singola bustina confezionata e che fanno la differenza sul prodotto finale.

Mariujana terapeutica

Un progetto cileno per il consumo di mariujana terapeutica

Si parla molto negli ultimi anni di mariujana usata nella medicina, molti sono i libri e le informazioni che si possono trovare sul consumo di canaplight per pazienti con patologie molto gravi come ad esempio il cancro.

In America, uno scrittore, ha evidenziato come agli inizi del 1900 i morti per cancro, fossero pochissimi rispetto a quelli registrati nel 2010 negli stessi USA.

Un’autorevole rivista medica ha pubblicato un grafico che mostra il mutamento delle cause di morte degli ultimi 100 anni. Polmonite, influenza, tubercolosi hanno lasciato il posto ad infarti e cancro.

Cento anni di storia non sono poi così tanti per avere uno stravolgimento così importante, soprattutto nei numeri più che nelle cause.

Non siamo certamente una rivista medica e non vogliamo entrare nel dettaglio, tuttavia ci chiediamo come mai determinate patologie e malattie un tempo quasi inesistenti ora sono diventate le maggiori cause al mondo di decessi.

Poiché le motivazioni, così come le diverse scuole di pensiero sono molte e spesso contrastanti, lasciamo ad ognuno, la facoltà di rispondere nella maniera che meglio crede a questa domanda.

Ciò che vogliamo trasmettere, è un messaggio positivo legato ad un’associazione cilena, che ha voluto iniziare un percorso molto particolare per l’informazione e distribuzione di cannabis per uso terapeutico.

I beneficiari di questo progettto innovativo sono certamente i pazienti, non solo del Cile ma di altri paesi del Sud America.

Funziona così: la mariujana terapeutica è accessibile per tutti gli utilizzatori che, fornendo una documentazione medica comprovante la patologia, contestualmente ad un documento d’identità e ricetta medica, possono trasmettere il tutto per email, ottenendo un codice (tipo coupon) che gli garantirà uno sconto del 50% sull’acquisto di mariujana per uso terapeutico.

Chiaramente tutto questo è attuabile negli stati che non prevedono restrizioni, anche sull’importazione di semi. Il programma infatti prevdere lo stesso tipo di sconto anche per l’eventuale acquisto di sementi di canapalight da coltivare per il proprio consumo terapeutico personale.

Gli ideatori di questo “Medical Program” ci dicono essere stati travolti dalle richieste che hanno ricevuto dagli utilizzatori terapeutici, i quali, hanno inoltre condiviso le loro esperienze su come la cannabis li abbia aiutati nella loro malattia.

Il messaggio finale che si è potuto estrapolare dai racconti dei malati, è che ogni paziente che consuma la mariujana medica può garantirsi una continuità terapeutica ed una qualità di vita migliore nella malattia.

La marijuana light all’origine dell’agricoltura

Prendiamo esempio dal passato per sfruttare al massimo la marijuana legale

Insolito vero? Eppure la storia ci dice proprio questo, fu la cannabis ad essere trasformata in coltura, dando vita appunto all’agricoltura. I contadini cinesi sono stati i primi a tramandare, prima oralmente e poi su carta (manco a dirlo, di canapa !) tutto ciò. Questo prodotto era davvero fondamentale in quella società, in quella cultura così apparentemente lontana. Parlare oggi di canapa o meglio ancora di marijuana light diventa quasi un voler catapultarsi ed immergersi in quelle realtà (soprattutto quella cinese) che riuscivano ad utilizzare la canapa su vasta scala per ricavarne alimenti, fibra e cure.

In Mesopotamia per esempio era considerata una pianta preziosa, usata anche come merce di scambio in importanti commerci “internazionali”.

Chiaro che a quei tempi non c’era la possibilità di poter tenere sottocontrollo il THC, non esisteva chiaramente la marijuana legale, si presuppone quindi che le colture fossero, per questo motivo, affidate a persone fidate; inoltre, l’accesso ai campi non era permesso a tutti.

Col passare dei secoli, anche la storia della canapa mutò. Si narra che re Enrico VIII nel 1500, obbligò i suoi contadini a coltivare almeno ¼ dei loro terreni a canapa, per consentire l’espansione della flotta inglese che, in quel periodo era già particolarmente florida.

I cenni storici, a questo punto, ci sono serviti da preambolo per affrontare una questione un concetto semplice ma fondamentale. Si sa che bisogna sempre guardare dietro prima di compiere un passo in avanti!

Nei secoli passati infatti nonostante una grande produzione di canapa, si riusciva a sfruttare completamente il prodotto, attraverso una miriade di lavorazioni. Parlando di oggi quindi, dobbiamo riscontrare che il mercato della marijuana light è sicuramente aumentato parecchio, soprattutto negli ultimi anni. Ogni giorno ci sono nuovi produttori che cercano il loro spazio sul mercato; tuttavia, bisogna ricordarsi che i clienti per le infiorescenze non aumentano con l’aumentare dell’offerta!

I nuovi marchi che nascono vanno solamente a saturare la situazione. Paradossalmente la concentrazione di troppi attori verso le infiorescenze ha rallentato lo sviluppo e la crescita verso altri comparti del settore.

I produttori di marijuana light dovrebbero capire che da questa pianta si possono fare una moltitudine di prodotti per realizzare un profitto dignitoso e non speculativo…proprio come facevano i contadini cinesi e gli altri popoli centinaia di anni fa. Loro lo avevano già capito e anche noi di BellaStoria ci stiamo attrezzando per attuare, testo della legge alla mano, nuove idee verdi marijuana light.

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